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++ AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO DELLE 19.44 ++
(di Stefano Intreccialagli)
(ANSA) – ROMA, 14 AGO – Centinaia di morti, che potrebbero
diventare migliaia, interi edifici in macerie, riversati sulle
strade, le urla delle persone che corrono in preda al panico. Ad
Haiti un nuovo violentissimo terremoto, più ancora di quello che
11 anni fa uccise almeno 200.000 persone e ne ferì altre 300.000
e mise in ginocchio il già poverissimo Paese caraibico, porta
con sé almeno 227 morti – secondo l’ultimo bilancio provvisorio
della protezione civile haitiana – e pesantissimi danni. Ma
secondo l’Usgs, l’istituto geosismico Usa che ha stimato la
magnitudo in 7.2, la situazione è da allerta rossa, che potrebbe
comportare migliaia di morti. Il primo ministro haitiano, Ariel
Henry, ha dichiarato lo stato d’emergenza.
Il premier ha annunciato che il governo mobiliterà tutte le
risorse a disposizione per assistere la popolazione colpita,
mentre il presidente Usa Joe Biden ha annunciato aiuti
«immediati» al Paese, ormai in ginocchio tra crisi politica,
povertà, violenza e la pandemia. Biden ha autorizzato una
immediata risposta Usa e ha nominato l’amministratrice
dell’agenzia Usaid, Samantha Power, come alto dirigente
americano «per coordinare questo sforzo».
Il terremoto è stato avvertito alle 8:30 locali (le 13,30
italiane) a circa 160 chilometri di strada a ovest della
capitale Port-au-Prince, a nord-est dalla città di
Saint-Louis-du-Sud, con 10 km di profondità. Una lunga scossa,
avvertita in tutto il Paese. I video diffusi online dai
testimoni hanno mostrato fin da subito la devastazione che il
sisma ha portato con sé e gli sforzi per estrarre i feriti dalle
rovine dei palazzi crollati, in località come Jérémie e Les
Cayes. Edifici religiosi, scuole e case sono state danneggiate.
Anche una chiesa, in cui a quanto sembra era in corso una
cerimonia nella città di Les Anglais, 200 km a sud-ovest di
Port-au-Prince.
Poco dopo il terremoto, l’agenzia statunitense Usgs ha emesso
un’allerta tsunami che ha successivamente revocato.
«Sto mobilitando tutte le risorse della mia amministrazione
per assistere le vittime», ha scritto su Twitter il primo
ministro Henry, facendo «appello allo spirito di solidarietà e
di impegno di tutti gli haitiani, per unirsi per affrontare
questa drammatica situazione». «In seguito al terremoto che ha
causato enormi danni nel sud, a Grand’Anse e Nippes, ho già
mobilitato l’intero team del governo per adottare tutte le
misure necessarie con urgenza», si legge in un altro messaggio.
La devastante scossa ha trascinato di nuovo nel terrore la
popolazione haitiana, dopo il terremoto di magnitudo 7.0 che nel
gennaio 2010 rase al suolo gran parte di Port-au-Prince e delle
città vicine, uccidendo più di 200.000 persone e ferendone circa
300.000. Undici anni fa, più di un milione e mezzo di haitiani
rimasero senza casa, centinaia di abitazioni, edifici
amministrativi e scuole andarono distrutte, insieme al 60% del
sistema sanitario di Haiti. Un’emergenza umanitaria dalla quale
non si è mai veramente risollevata. E il nuovo sisma va ad
aggiungere l’ennesima crisi a un Paese politicamente allo
sbando, dopo che poco più di un mese fa il presidente Jovenel
Moise è stato assassinato nella sua casa da un commando di
uomini armati: ulteriore scompiglio, oltre alla violenza delle
bande e dopo i disastri del Covid-19. (ANSA).
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